Verso una nuova realtà (Into the Life)
di Paolo Giovannelli e Cecilia Martines
Tanti di noi vivono, in questo periodo complesso, sentimenti di incertezza: tali stati d’animo potrebbero rendere difficile e faticoso potersi pensare in un futuro prossimo o in un ritorno alla “normalità”. L’incontro con la realtà attuale può far immaginare il “domani” come il risultato di un cambiamento interiore, più o meno consapevole.
Una nuova Soggettività fa capolino, una nuova strada che consideri in una ottica diversa ciò che sta succedendo, fuori e dentro: come?
I modelli fino ad ora in auge, i significati che ognuno di noi attribuisce alla vita, alla morte, alle priorità di ciascuno, al senso degli affetti, saranno forse destinati ad essere riorganizzati in un “nuovo ordine”, una melodia inedita? La Soggettività, il senso del Sé, seguendo questa traiettoria, sarà chiamata a fare i conti con una nuova costruzione di quegli stessi significati che, fino a quel momento credeva stabili e immodificabili. Nel dramma dell’imprevedibile e della morte, l’occasione è tuttavia grande: oltre al poter percepire un cambiamento dentro di sé, sarà forse pensabile poter condividere con gli altri i nuovi significati riconosciuti nella realtà.
In questo momento forse il tornare sulla “vecchia via” è, all’apparenza, rassicurante: ma se il terreno fosse già franato sotto i piedi? Nessuna rassicurazione sarebbe allora più possibile. Rifugiarsi nel sentimento della delusione oppure sforzarsi di accettare che in questo momento, non sappiamo nulla di ciò cha abbiamo di fronte a noi? Si potrebbe addirittura arrivare a comprendere che l’unica consapevolezza è “il saper di non sapere”.
Ci si può spaventare davanti a questo scenario, e sarebbe certamente comprensibile, ma alcuni di noi potrebbero prendere per mano la propria paura e partire per una nuova avventura: essere protagonisti della strutturazione di una nuova realtà.
È “successo” qualcosa, mal definito, poco comprensibile, non lineare: ed è proprio qui, quando qualcosa di perturbante davvero accade che si può inserire un pensiero nuovo, una nuova Realtà.
Ma come si fa?
Fidarsi di sé stessi potrebbe essere l’unica strada.
Nel film “Into the Wild” di Sean Penn del 2007, Christopher, appena laureato, decide di intraprendere un viaggio di un paio di anni attraverso gli Stati Uniti per raggiungere le terre selvagge dell’Alaska. Dona quindi i soldi che i genitori avevano racimolato per lui e parte. Christopher non è più Christopher: si attribuisce un nuovo nome, una nuova identità. Da ora sarà Alexander Supertramp. Christopher si allontana scientemente dalla civiltà, si spoglia dei simboli del suo tempo (soldi, tecnologia,..) e inizia a vagare. Altri simboli arriveranno a lui attraverso incontri significativi: una coppia hippie, un trebbiatore, un’altra hippie e un anziano rude. Ognuno di questi personaggi darà ad Alexander-Christopher nuovi strumenti simbolici per poter superare e affrontare il suo viaggio. A un certo punto però succede qualcosa che ha le caratteristiche di un Evento Catastrofico: Alexander-Christopher ha fame. Il protagonista ritorna a uno stato primitivo, ritorna “solo” Christopher. Non può fare altro che tornare lui stesso al Reale delle necessità “fisiche” da cui tanto cercava di fuggire.
Ed è proprio quando il Reale ritorna che il protagonista muore: la foga di cercare del cibo che plachi la sua Fame lo condanna. Christopher è un ragazzo di città, non ha dentro di sé l’ordine simbolico che regola il rapporto con la Natura: le bacche gli sono state fatali e neanche un nuovo “nome”, un nuovo Io, Alexander, l’ha salvato.
Certo, la scelta di Christopher-Alexander è sicuramente estrema, ma può farci riflettere sulla capacità, e talvolta necessità, di cambiare prospettiva: prendendo atto che una nuova realtà si affaccia, i bisogni e le necessità di ogni giorno possono cambiare significato. Come accadde a Christopher, per ognuno di noi l’isolamento prima ed il riaffacciarsi dirompente dei propri bisogni dopo, possono essere letti come la possibilità o necessità di costituire una nuova Soggettività: un nuovo binario su cui correre, una nuova potenziale strada su cui costruire un nuovo senso del Sé e dell’incontro con gli altri.
Ciascuno di noi si è trovato in isolamento e forse ha dovuto fare i conti con un “vuoto” e problemi inaspettati che ha messo in crisi priorità, significati attribuibili ai vari aspetti dell’esistenza: è proprio in questa intercapedine che può strutturarsi un nuovo pensiero, un nuovo senso del Sé.
L’occasione è ghiotta e il tempo è propizio
Dott. Paolo Giovannelli
Dott.ssa Cecilia Martines
Equipe di We Care Psichiatria